Mariano Colletto, il Mago del Minibasket è tornato alla Hippo

 

Mariano Colletto è rientrato nello staff tecnico della Hippo Basket Salerno. Istruttore di Minibasket, allievo allenatore, il “Mago” (com’è amabilmente ribattezzato dai più piccoli) si occupa dei gruppi Scoiattoli e Pulcini, può dare una mano come assistente ai gruppi giovanili e segue assieme a Juan Cruz Llaryora il neonato gruppo Amatori, grande novità della stagione 2021/22.

– E’ tornato il Minibasket Hippo ed è tornato anche Mago Mariano, dopo una breve pausa per impegni lavorativi. Quanto ti è mancato? Che cosa hai provato nel tornare ad indossare i panni dell’istruttore?

«Innanzitutto lasciami dire che è stato difficile stare lontano dal campo e dai bambini per tutto questo tempo. E’ stata quindi una gioia immensa aver assistito ai primissimi allenamenti a fine maggio e gioia ancora più grande essere rientrato in pianta stabile da settembre in avanti. Fare l’istruttore/insegnante è la cosa che più mi piace al mondo».

– Hai riabbracciato nel gruppo Scoiattoli alcuni dei bambini che avevi seguito da piccolissimi. Come li hai ritrovati?

«Ho ritrovato qualche bambino avuto nel periodo pre-covid e all’inizio li ho visti quasi spaesati nel relazionarsi con l’ambiente/palestra, segno che questa pandemia ci ha davvero colpiti in negativo. Ma il loro spirito di adattamento è stato notevole e sono stati bravissimi a rimettersi rapidamente in carreggiata».

–  Rimanendo ai bimbi ed alle bimbe di 7/8 anni, al gruppo “storico” si sono aggiunti tanti nuovi innesti. Si può dire che vi stanno stupendo per la velocità con cui stanno migliorando le loro capacità?

«È davvero fantastico il modo in cui si sono integrati i tantissimi bambini nuovi che quest’anno si sono aggiunti alla famiglia Hippo. Dopo un primo mese di assestamento, si può dire che i risultati globali sono impressionanti».

– Con il neonato gruppo dei Pulcini ogni allenamento è una festa, una continua scoperta. Che cosa ti stanno regalando i più piccini del Minibasket Hippo?

«Diciamo che quella di seguire il gruppo dei Pulcini è da sempre la mia prima scelta. Vedere bambini così piccoli che per la prima volta si approcciano al mondo dello sport è una cosa meravigliosa, vivere il loro mondo e vedere quello che tu puoi dare e che soprattutto loro possono insegnarti è un regalo più bello ad ogni lezione. E pian piano mi sento sempre più maturo grazie a questo».

– Oltre che un istruttore, sei anche un educatore. Come credi abbiano vissuto i bambini questo tempo sospeso della pandemia? Si può dire che quello che fate in palestra li sta accompagnando verso un ritorno all’agognata normalità?

«Ormai sono tanti anni che svolgo questo doppio ruolo di istruttore/educatore. I bambini sono stati certamente i più penalizzati da questa situazione globale di pandemia, hanno saltato delle vere e proprie tappe indispensabili per la loro completa maturazione e integrazione nell’ambiente sociale. Il lavoro svolto in palestra è sicuramente uno dei metodi più utili per restituire ciò che la sfortuna ha tolto loro, quindi si lo ritengo davvero indispensabile per un definitivo ritorno alla normalità».

– Assieme a Juan stai lavorando anche con la vera novità di questa stagione. Il gruppo Amatori, che accoglie ragazzi e ragazze che vogliono avvicinarsi al mondo della pallacanestro, fare movimento e socializzare. Che vi sta regalando questa esperienza?

«Posso dire che è una vera novità non solo per la Hippo, ma in generale. Spesso questa iniziativa del gruppo Amatori viene elogiata anche da chi è lontano dal mondo della pallacanestro, quando ne parliamo. Ritengo che è bello per dei ragazzi tra i 13-16 anni potersi cimentare in un percorso fatto su misura per loro. Per me è davvero un’esperienza nuova che mi fa vedere il mondo dello sport da tutta un’altra prospettiva, diversa sia dal mondo del Mini, che del Settore Giovanile».

– Che cosa ti piacerebbe realizzare con la Hippo che ancora non hai avuto la possibilità di fare?

«Dopo tutto questo periodo difficile, posso dire che la mia realizzazione è quella di crescere ogni giorno con i bambini con cui sono a contatto. Ma se proprio insisti, forse un giorno mi piacerebbe avere la possibilità di progettare dei percorsi di crescita annuali delle fasce del minibasket, che è diverso dall’essere il responsabile del settore (non mi ci vedo), ma è più una figura educativa a cui potersi appoggiare per una crescita tecnico-cognitiva-emozionale che coinvolga il bambino a 360 gradi».

 

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